martedì 16 marzo 2010

COS'E' IL SIGNORAGGIO BANCARIO

Avete mai sentito parlare di SIGNORAGGIO BANCARIO ?
Sapete di cosa si tratta ?


Traete le Vostre conclusioni.
Noi non viviamo in una democrazia ma in una usurocrazia.

venerdì 12 marzo 2010

ECOLOGIA : CAMBIAMO LE NOSTRE ABITUDINI


Il futuro è già iniziato ma , i problemi sono quelli del passato.
Oggi, una delle nostre pecche più diffuse la troviamo nella pigrizia che attanaglia parecchie nostre abitudini quotidiane.
Un articolo apparso su FOCUS cui posto il link http://www.focus.it/Tecnologia/news/stendi-i-panni-e-stenderai-la-c0sub2sub.aspx
ci aiuta a capire che, con piccole modifiche del nostro comportamento potremmo riuscire nel nostro piccolo quotidiano a farci risparmiare soldi e a dare una mano alla lotta della CO2.
Guarda anche il video
http://www.youtube.com/watch?v=NTVqtgWUW4g&feature=player_embedded

martedì 2 marzo 2010

internet world ecology: ECOLOGIA : I PARCHI NATURALI

internet world ecology: ECOLOGIA : I PARCHI NATURALI

ECOLOGIA : I PARCHI NATURALI





Da mesi si sta lentamente consumando dalle radici, vittima del sovrasfruttamento dell'acqua del fiume Tago, la riserva naturale spagnola del parco nazionale di Las Tablas de Daimiel, in Castilla La Mancha, dichiarata Riserva Mondiale della Biosfera dall'Unesco. Da fine agosto, denuncia il quotidiano El Pais, si è acceso nel sottosuolo della riserva, una volta laguna e preziosa zona umida iberica, oggi rimasta senza acqua e trasformata in torbiera asciutta, un incendio che non si riesce a spegnere. Gli strati vegetali accumulati nel suolo in circa 300mila anni e diventati torba, e fino ad un passato recente sommersi sotto uno strato di acqua, ora sono a secco e bruciano per autocombustione.

Questo a causa del prosciugamento della laguna, dovuta alle pratiche di irrigazione intensiva ed "alle migliaia di pozzi illegali perforati negli ultimi anni", una situazione aggravata dalla siccità degli ultimi anni, spiega El Pais. Risultato: la terra continua ad ardere nell'incendio sotterraneo dell'antica Laguna di Las Tablas. Il rogo si va estendendo lungo l'antica foce Madre Vieja del fiume Guadiana, spiega il direttore del Parco Nazionale, Carlos Ruiz de la Hermosa. Si tratta di un fenomeno singolare: la torba perde acqua, per cui la materia organica accumulata, principalmente di origine vegetale, si è stratificata sotto la superficie durante migliaia di anni. E si infiamma per autocombustione al contatto con l'ossigeno, che passa attraverso le fenditure che si aprono nel suolo secco, da dove ora escono fumo e fiamme.
"L'effetto - spiega Ruiz de la Hermosa - è quello di un enorme braciere sotterraneo, che arriva a raggiungere una temperatura superiore ai 220 gradi centigradi e provoca una preoccupante perdita di struttura". Per frenare il fenomeno, i responsabili del parco naturale, uno dei 13 esistenti in Spagna, hanno attivato due condotte idriche che pompano acqua sul terreno. Ma non basta. Per fermare il disastro, avvertono, sarebbe necessario un flusso ingente, con un intero sistema di tubature, per riuscire ad avere la meglio sul fuoco sotterraneo. Di fatto, rileva El Pais, la situazione della zona umida è ormai arrivata ad "un punto di non ritorno": il disastro, in altre parole, "é praticamente irreversibile".
Vi riporto il link pubblicato da "La Nuova Ecologia".
http://www.lanuovaecologia.it/view.php?id=11379&contenuto=Notizia

Il paradiso degli uccelli
Il parco è formato da un ecosistema unico e particolare, denominato tablas (piane) fluviali, formato dagli straripamenti dei fiumi nel tratto intermedio, che provocano grandi allagamenti. Il valore più importante a livello ecologico è costituito dalla fauna avicola, che utilizza queste aree per svernare e per nidificare, creando un habitat integralmente abitato da uccelli acquatici.
Le Tablas di Daimiel si sono formate in seguito allo straripamento dei fiumi Guadiana e Cugüela nel punto di confluenza, fatto favorito dalla leggera pendenza del terreno. Le Tablas sono situate strategicamente nelle rotte migratorie di molte specie di uccelli, che le utilizzano come zona di riposo e a volte anche per passare l’inverno. Gli uccelli acquatici sono quindi i protagonisti assoluti del parco. Tra questi troviamo lo svasso maggiore, il tuffetto e lo svasso piccolo, aironi, nittiche e tutti i tipi di anatidi iberici. Nelle acque delle Tablas troviamo numerose specie di fiori acquatici. Ce ne sono di sommerse (come il ceratofillo sommerso e le ovas), galleggianti (come le lenticchie d’acqua) ed emergenti (falasco, carice, giunco).
Si può raggiungere il parco da Ciudad Real, con la N-420, e da Manzanares con la N-430. A 11 chilometri dalla località di Daimiel si prende una deviazione segnalata, fino a raggiungere il Centro informazioni del parco.
Le Tablas di Daimiel costituiscono il miglior esempio di ecosistema di piana fluviale in Spagna. La presenza più importante a livello ecologico è costituito dalla fauna avicola, che utilizza queste aree per svernare e per nidificare.
Il territorio delle Tablas si trova tra il municipio di Daimiel e quello di Villarubia de los Ojos.

Guarda il video

http://www.youtube.com/watch?v=-v3h-4cJrW0

lunedì 1 marzo 2010

ECOLOGIA : L'ACQUA


L'acqua è un composto chimico di formula molecolare H2O. In condizioni di temperatura e pressione normali si presenta come un sistema bifase, composto da un liquido incolore e insapore (che viene chiamato "acqua" in senso stretto) e un gas invisibile (detto vapore acqueo), ma anche come un solido (detto ghiaccio) qualora le temperature diventino rigide.
Continua a leggere l'articolo su WIKIPEDIA http://it.wikipedia.org/wiki/Acqua

1. E’ ancora potabile la nostra acqua?
La qualità dell'acqua dipende da una serie di fattori determinanti, i principali dei quali vengono elencati qui di seguito:


Il pH
L’acqua pura ha un valore del pH pari a 7; con un pH inferiore a 7 l’acqua risulta acida, con un pH superiore a 7 invece risulta basica. I valori ideali sono quelli compresi tra 6,5 e 8,0.


La durezza
L’acqua piovana è un’acqua molto dolce che, penetrando negli strati del terreno, può diventare via via più dura. L’acqua dura si forma soprattutto nei suoli calcarei e marnosi, mentre nei terreni a prevalente composizioni di granito, ardesia o arenaria la qualità dell’acqua tende ad essere più dolce. Il grado di durezza dell’acqua viene solitamente misurato in gradi di durezza francesi; l’acqua è considerata dolce quando è caratterizzata da un valore inferiore a 5, mentre è considerata dura a valori superiori a 25.

A temperature elevate, l’acqua dura porta alla formazione di calcare (come avviene, per esempio, nei tubi dell’acqua corrente o nel caso di determinati apparecchi elettrodomestici); ciò causa, a sua volta, un più elevato consumo di energia, in quanto il calcare è un cattivo conduttore di calore.

L’acqua dolce è molto adatta per il bucato (in quanto riduce il consumo di detersivo); negli apparecchi (metallici) e nelle tubature invece, l’acqua dolce può provocare danni per corrosione, a causa del suo più elevato contenuto di acido carbonico libero. L’acqua molto dolce ha inoltre un sapore un po’ stantìo.


I nitrati
L’uso di concimi (minerali o organici, quali liquami o stallatico) fornisce al terreno un apporto di nitrati. Qualora questo apporto risulti troppo consistente, esso non può venire completamente assorbito dalle piante, per le quali i nitrati costituiscono una sostanza nutritiva importante. I nitrati in eccesso finiscono pertanto per penetrare nella falda freatica.

In Italia, il valore limite ammissibile del contenuto di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg per litro; tuttavia, per l’alimentazione dei bambini di età inferiore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg per litro. Nel caso dei nitrati, il problema è costituito principalmente dal fatto che, nell’acqua stessa e anche all’interno del nostro organismo, vi sono dei batteri che trasformano i nitrati in nitriti - i quali sono tossici e ostacolano il trasporto di ossigeno alle cellule del nostro corpo attraverso il sangue. I nitriti sono particolarmente pericolosi per i neonati, nei quali possono dar luogo a cianosi labiale (le labbra assumono cioè un colore bluastro causato da un carente apporto di ossigeno). Combinandosi invece con le proteine che assumiamo con il cibo, i nitriti possono formare le nitrosamine che sono ritenute cancerogene.

Anche un altro fattore d’inquinamento delle acque, cioè l’ammonio, penetra nella falda freatica in seguito all’uso eccessivo di concimi; ad opera dei batteri, esso si trasforma in nitrati o nitriti (si parla in questo caso di nitrificazione). Viceversa, l’ammonio può formarsi anche per un processo di riduzione dei nitrati (nel qual caso si parla invece di denitrificazione).

A causa della cattiva gestione delle discariche del passato (ci riferiamo alle discariche abusive!) possono penetrare nella falda freatica, e quindi nell’acqua potabile, anche i metalli pesanti o i clorofluorocarburi derivanti dai rifuti.

Un problema particolare è costituito inoltre dai residui dei prodotti fitosanitari.


Inquinamento batterico
Per valutare appieno se l’acqua sia effettivamente potabile, è utile procedere inoltre ad un’analisi batteriologica per determinare il numero delle colonie batteriche e verificare la presenza dei cosiddetti “batteri indicatori”, come l’Escherichiacoli. Il valore limite ammissibile del numero di colonie di batteri (aerobi) è di 100 (se l’acqua ha una temperatura di 22°C) oppure di 20 (se l’acqua ha una temperatura di 36°C) per ml di acqua.

La presenza dell’Escherichiacoli nell’acqua potabile non è invece ammissibile.

L’inquinamento batterico dell’acqua è quasi sempre riconducibile al contatto con feci animali o umane (per esempio, a causa di perdite nelle fognature o di liquami da allevamento); le consegenze per la salute umana sono costituite da disturbi del tratto gastro-intestinale o da altre patologie più gravi.

2. Quali sono i vantaggi degli impianti di depurazione?
Sono sempre più numerosi i produttori di apparecchi per la depurazione delle acque che propongono i loro prodotti come soluzione per far fronte al problema del crescente inquinamento idrico. Purtroppo, però, le apparecchiature per uso domestico di questo tipo soltanto raramente mantengono le promesse fatte dalla pubblicità. Lo dimostrano le verifiche effettuate al riguardo da parte di un’importante fondazione tedesca per il controllo della qualità (Stiftung Warentest) e dall’associazione austriaca per l’informazione dei consumatori (Verein für Konsumenteninformation - VKI). Da un test effettuato in Germania sugli impianti per la riduzione del grado di durezza dell’acqua risulta infatti che l’acqua fornita dalle apparecchiature in questione non rispetta le norme sulla purezza batteriologica: il processo di riduzione della durezza dell’acqua è infatti all’origine di un processo di proliferazione batteriologica (TEST, fascicolo n° 2, 1994).

Il VKI ha testato invece impianti per l’osmosi inversa, impianti con filtri al carbonio attivo e scambiatori di ioni; tutti questi apparecchi sono in grado di ridurre l’inquinamento da nitrati, ma alcuni di essi hanno bisogno di grandi quantitativi d’acqua per produrre un litro di acqua potabile; inoltre essi vanno incontro ad una riduzione progressiva o improvvisa (p. es. nel caso della rottura del filtro) di efficacia. In particolare, gli apparecchi per l’osmosi inversa estraggono dall’acqua non solo le sostanze nocive, ma anche alcuni minerali importanti per l’alimentazione umana (quali il calcio e il magnesio). Gli scambiatori di ioni invece fanno aumentare il tenore di cloruro dell’acqua. Quasi nella metà dei casi analizzati, in seguito al processo di filtraggio, il valore dei nitriti contenuti nell’acqua era salito sensibilmente al di sopra dei massimali consentiti.

Un altra assurdità è la seguente: si dice che i nitrati vanno eliminati dall’acqua potabile, tramite filtraggio, in quanto essi, convertendosi in nitriti, sono dannosi per la salute umana. Tuttavia, dalle verifiche effettuate risulta che il processo di filtraggio non ha eliminato i metalli pesanti, i clorofluorocarburi ed i pesticidi nella misura in cui ciò viene annunciato nella pubblicità. Normalmente sui filtri si formano agglomerati di sostanze organiche che costituiscono il substrato nutritivo ideale per i microorganismi. Per evitare che ciò si verifichi, vengono impiegati lo iodio e l’argento, che però risultano presenti nell’acqua così filtrata in quantità superiore ai massimali consentiti. Fatta eccezione per un unico prodotto, in tutti gli altri casi si è registrato un aumento, in seguito al processo di depurazione mediante le apparecchiature reclamizzate, del numero di germi contenuti nell’acqua potabile.

Nell’unico caso in cui ciò non è avvenuto, è stato invece rilevato un notevole aumento del valore dei nitriti. In tutti i casi, la valutazione emessa dal VKI in merito alle apparecchiature esaminate è stata quella di prodotto “insoddisfacente”. Si raccomanda particolare attenzione nel caso di quei prodotti in cui non è possibile verificare se l’effetto promesso dalla pubblicità corrisponde a verità, come nel caso dei rivitalizzatori d’acqua. Alla domanda di un consumatore che chiedeva se questi apparecchi siano effettivamente utili, la rivista Konsument (che si occupa di test di qualità) ha risposto quanto segue: “Forse questi apparecchi aiutano chi cre-de veramente nella loro efficacia; certamente però essi aiutano coloro che traggono guadagno dalla loro vendita”

Prima di procedere all’acquisto di un costoso apparecchio per la depurazione dell’acqua conviene dunque verificare se non esistano metodi meno dispendiosi e atti ad evitare gli effetti secondari indesiderati sopra descritti. I problemi causati dall’acqua troppo dura, per esempio, possono essere efficacemente affrontati in maniera molto meno costosa semplicemente abbassando la temperatura del termostato di scaldabagni e simili, oppure aggiungendo al bucato sostanze per la decalcificazione, oppure ancora procedendo ad una decalcificazione dolce degli elettrodomestici mediante l’uso di aceto diluito in acqua. Per quanto riguarda invece le impurità, per farvi fronte a volte basta un migliore isolamento della cisterna d’acqua contro le infiltrazioni idriche di superficie.

Avere una buona educazione all'acqua potabile, oggi, è una dote fondamentale per usufruire di una delle più importanti risorse naturali del pianeta terra .

Fai una cosa giusta , risparmia acqua

Guarda il video. http://www.youtube.com/watch?v=hBMoDUX4SX8

venerdì 26 febbraio 2010

ECOLOGIA : CHE FINE FAREMO ?


Quanti di voi avete sentito parlare di motori alternativi,
motori alimentati ad alcool, a rifiuti o ad acqua o, carburatori
che promettono di fare centinaia di chilometri con quattro litri
di benzina, o di motori elettrici o magnetici con una durata
praticamente infinita. Voi non li conoscete perchè se dovessero
entrare in uso porterebbero alla rovina le compagnie petrolifere.
L'idea del motore a combustione interna è considerata
superata da almeno 50 anni, ma la pressione dei cartelli petroliferi
e le normative di governi corrotti ci costringono ad usare la benzina
da oltre un secolo. Le grosse società sono le principali responsabili
della distruzione dell'acqua che beviamo, dell'aria che respiriamo
e del cibo che mangiamo. Loro non si preoccupano del mondo che distruggono,
ma solo dei soldi che possono ricavarne. Quante maree nere potremo sopportare
ancora, milioni di litri di petrolio stanno distruggendo l'oceano e le forme di vita
che lo popolano, tra queste c'è il Plancton, che fornisce tra il 60 e il 90%
dell'ossigeno della terra e da cui dipende l'ecosistema marino, che è una componente
essenziale delle riserve di cibo del nostro pianeta. Ma il Plancton sta morendo.
Allora mi sono detto : "Andiamocene in qualche paese sperduto della terra, uno
qualsiasi basta che sia lontano ". Ma facendo qualche piccola ricerca, ho scoperto
che questa gente fa commercio di rifiuti tossici in tutto il mondo.
La legge dice : "Nessuna società può esssere multata per più di 25mila dollari al
giorno", ma una compagnia guadagna più di 10 milioni di dollari al giorno, scaricando
tossine letali nell'oceano il guadagno è assicurato. Condizionano stampa e televisione
e, grazie a loro le nostre menti. Hanno fatto diventare un reato difendere le proprie
ragioni e, se lo facciamo ci definiscono pazzi provocatori. Siamo infuriati perchè
siamo danneggiati a livello chimico e genetico in un modo incredibile. Purtroppo i
nostri figli pagheranno le conseguenze. Quando andiamo a lavorare vediamo la nostra
auto e l'auto di fronte a noi, emettere gas nocivi e velenosi che si accumulano
nel nostro organismo, questi veleni ci uccideranno lentamente anche se gli effetti
non sono visibili. Quanti di noi avrebbero creduto 20 anni fa che un giorno non saremo
stati in grado di vedere a 15 metri dal nostro naso, che non avremmo potuto fare un
respiro profondo perchè l'aria sarebbe stata un concetrato di gas velenosi, che non
avremmo più potuto bere dai nostri rubinetti, che avremmo dovuto comprare acqua
in bottiglia. Siamo stati privati dei diritti più comuni e sacrosanti, purtroppo la
nostra realtà è così drammatica che nessuno vuol sentirne parlare. Cosa possiamo fare ?
Credo che abbiamo un gruppo di persone che possono rappresentare noi anzichè le grosse
imprese, queste persone non devono permettere l'introduzione nel nostro ambiente,
di tutto ciò che non sia assolutamente biodegradabile o che non possa essere
neutralizzato chimicamente in fase di produzione. Ancora una cosa, fino a che inquinare
l'ambiente sarà un affare redditizio, società e singoli individui continueranno a fare
quello che vogliono, noi dobbiamo costringere queste società a operare in modo sicuro
e responsabile nell'interesse di tutti e se non lo faranno riprenderci le nostre
risorse e fare ciò che riteniamo più giusto nel cuore e nella mente.

Che fine faremo ?

Incominciamo ad affidarci a gente che ha delle idee ben chiare su come procedere su ecologia, energia, rinnovabili, economia, strutture, scuola pubblica ecc.ecc.

guarda questo video.

http://www.youtube.com/watch?v=iKSunap9lFQ

mercoledì 24 febbraio 2010

ECOLOGIA : DISASTRO AMBIENTALE


Ecco un altro disastro ambientale, questa volta accade nel fiume Lambro in territorio lombardo vicino a Monza,ancora una volta la causa dell'inquinamento è il PETROLIO. Più di 600.000 litri di PETROLIO finiti nel fiume causando la morte di migliaia di specie di animali e vegetali, l'ecosistema purtroppo è severamente danneggiato e chissà per quanti anni si porterà le incombenze di questo che oggi è chiamato "progresso".
Vi riporto l'articolo apparso su LA STAMPA di cui vi linko l'indirizzo
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201002articoli/52560girata.asp

«Un disastro ambientale»: è questo il termine usato dalla Provincia di Milano per definire la marea nera di gasolio e petrolio uscita dal serbatoio di una raffineria vicino a Monza, e finita nel fiume Lambro. Sembra si tratti di un atto doloso. Certo è in corso una strage di anatre e germani, e l'onda velenosa, composta da 600 mila litri di idrocarburi, sta per raggiungere il Po. Le prime anatre morte sono state raccolte persino al parco Lambro a Milano . I tecnici parlano di «bomba ecologica». La Provincia di Milano ha individuato tre centri di smaltimento per le autobotti cariche di liquidi inquinanti ufficiale: gli interventi di bonifica per il carburante che si è sparso nel fiume Lambro: aMelegnano, presso il consorzio Cosint, a Sesto San Giovanni e a San Zenone al Lambro dal gruppo Marazzato. Una volta recuperato dall’acqua con le idrovore, il carburante verrà stoccato nella raffineria Eni di Sannazzaro De Burgondi.

Legambiente parla di «disastro ambientale senza precedenti per l’ecosistema del fiume Lambro che ne pagherà a lungo le conseguenze». Si tratta di uno «dei più gravi disastri ambientali verificatisi in Lombardia», anche perché «potrebbe avere conseguenze di lungo periodo, considerata la messa fuori servizio del grande depuratore di Monza San Rocco, che tratta le acque fognarie di oltre mezzo milione di brianzoli». «Qualunque ne sia la causa, accidentale o dolosa - sottolinea Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente- questa nuova catastrofe torna a mettere in luce l’insufficienza della prevenzione dei rischi industriali».

Ieri il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi ha convocato in Prefettura tutte le componenti dell’organismo di soccorso, per approntare le prime misure idonee a contenere i danni ambientali. A Stamane il forte odore di gasolio che si sprigiona dalle acque del Lambro inquinato ha raggiunto anche l’intero abitato di Lodi, con disagi e proteste degli abitanti.

Guarda su questo video com'era la bellezza del fiume Lambro. Come sarà ora ?

http://www.youtube.com/watch?v=lwQlnbJ9HHI

ECOLOGIA : LE RINNOVABILI


Oggi parliamo di energie rinnovabili che, secondo gli esperti sono un importante passo avanti nella lotta ai gas serra, inquinamento, emissioni CO2 ecc.
Importanti delucidazioni ce li fornisce Tiscali scienza di cui fornisco il link
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/02/23/nucleare_intervista_daguanno.html
che ha intervistato il Professor Bruno D'Aguanno, direttore del programma di " ENERGIE RINNOVABILI " del CRS4.

"Risparmio e autoproduzione: ecco perché la soluzione energetica passa per le rinnovabili"di Antonella Loi". Ma l'Italia ha veramente bisogno del nucleare? Il dibattito su una strada già tracciata è quanto mai aperto. E pazienza se il fronte del "no" è trasversale e pressoché unanime. Del resto lo ha detto anche Obama, annunciando il suo dietrofront rispetto a quanto sostenuto in passato: "Costruiremo altre due centrali nucleari". Assicurando poi, tra lo stupore generale, che "il nucleare è un'energia pulita". Grasso che cola per i sostenitori dell'atomo. Permettete il beneficio del dubbio. Che proviamo comunque a fugare, chiedendo al professor Bruno D'Aguanno, direttore del programma di “Energie Rinnovabili” del CRS4 (il suo laboratorio sta sviluppando impianti solari termodinamici a concentrazione ndr), e già professore associato nei Dipartimenti degli Stati Condensati della Materia dell’Università di Costanza e di Berlino, se è proprio vero che, come dice il presidente Usa, c'è bisogno del nucleare. "Lavoro sulle energie rinnovabili, potrei essere di parte", dice.Corriamo il rischio.
"La risposta la danno i numeri. Ritengo che questa sia una scelta a tempi lunghi, dove tempi lunghi possono essere decine di anni, ma sono anche tempi brevi, estremamente brevi per quanto riguarda la storia dell'uomo e della sua capacità di produrre energia. In altre parole risorse scarse, tempi di realizzazione lunghi: è una scelta completamente folle, non esistono spiegazioni diverse".E Obama dove lo mettiamo?
"Ho l'impressione che questa sia solo una risposta di tipo economico: le economie trainanti come quelle di Cina o India costruiranno delle centrali. La tecnologia chi ce l'ha? Tra gli altri gli americani. Capiamo bene che perdere questa fetta di mercato sarebbe estremamente svantaggioso. Quindi sono scelte di carattere puramente economico. Obama contemporaneamente produce le energie rinnovabili, molte installazioni di solare termodinamico si trovano proprio negli Stati Uniti. Dal punto di vista globale poi è contraddittorio quello che sta accadendo sul nucleare. Globalmente si vede che non c'è una volontà precisa sul nucleare. Gli Usa, semplicemente, non vogliono perdere fette di mercato. A mia opinione, in definitiva, il nucleare è una scelta perdente".Perché perdente?
"E' facile fare i conti. Tanto per cominciare sulle riserve di uranio residue, materia prima per il funzionamento delle centrali. Ebbene, l'uranio è in esaurimento. E' una sorgente fossile come il petrolio e come questa si può misurare: le stime dicono che c'è uranio per altri 100 anni, a questo ritmo di consumi però. Appena arriveranno Cina e India le cose cambieranno. Ma poi i conti precisi sono poco importanti: il discorso che bisogna fare è se ci sono tempi brevi di esaurimento. E in questo caso ci sono".Poi c'è l'apetto della tecnologia utilizzata dall'Italia che, dicono gli esperti, rischia di diventare obsoleta ben prima della nascita delle centrali.
"C'è chiaramente anche quel pericolo. Ma è secondario: il fatto è che si deve tener conto dei tempi. Se non investiamo sulle rinnovabili, continueremo comunque ad impiegare fonti fossili che sono in esaurimento. Aspettando il nucleare continuando a consumare le fossili si mette il Paese in grande difficoltà: non possiamo permetterci il lusso di non cambiare da oggi tutto il sistema energetico, aspettando le centrali nucleari. Non c'è più tempo".Questo è un muro di gomma: perché in Italia manca la capacità di fare un piano energetico a lunga scadenza?
"La situazione italiana oggi è di enorme stallo in tutti i campi, non si riesce mai a portare avanti progetti importanti: l'Italia è vittima della sua enorme burocrazia. E questo è un evidente svantaggio. Tutti gli altri fanno passi avanti. Si pensi alla Germania, che rispetto all'Italia ha un'insolazione ridicola, già sta facendo grandi progressi nel solare e nell'eolico. Anche la Merkel sembra stia riaprendo al nucleare ma sono più 'forse' che scelte reali. In Italia siamo patologici per l'incapacità di lanciare nuove iniziative, non c'è niente da fare. Significa che gli altri progrediscono sulle rinnovabili, imparano a gestirle. Noi ancora una volta indietro, arriveremo tardi e, di conseguenza, saremo soggetti a tutte le oscillazioni di prezzo delle fonti fossili. E quando sarà la volta delle rinnovabili dovremo comprare anche quella tecnologia".Ma in un'ottica di sistema energetico integrato, il nucleare ci sta o non ci sta?
"Dal mio punto di vista non ci sta come impiantistica. E pure Rubbia lo ha detto: no alle centrali, sì alla ricerca sul nucleare. Questo è fondamentale, la ricerca va fatta perché questa tecnologia non è sostenibile ma dobbiamo capire che il nucleare va sviluppato per cercare di capire meglio se un nucleare sarà possibile in futuro. Quindi la ricerca va assolutamente fatta. La realizzazione di queste centrali assolutamente no. Se io volessi realizzare tutta la potenza di cui necessita la Terra, mi pare 15 terawatt, solo con il nucleare, le risorse sparirebbero in cinque anni. E poi non dimentichiamo che al combustibile fossile come il petrolio è legato il nostro stile di vita, plastica, gomma, olii combustibili eccetera. Per questo bisogna capire se un nucleare è possibile nel futuro.".Allora fonti energetiche con materie prime non finite?
"Esatto, dal punto di vista dell'esauribilità, per esempio la fonte solare è illimitata. Non si capisce perché non si percorra questa strada".Non si capisce?
"Globalmente sono problemi di transizione. Se debbo passare da una società basata sul petrolio ad un'altra basata su altre fonti energetiche, nel momento della transizione ci sono sempre delle variazioni drastiche, potrebbero cambiare gli attori. E' chiaro quindi che c'è una resistenza da parte degli attori che rischiano di perdere il controllo delle fonti energetiche. Ci sono i colli di bottiglia, bisogna superare gli ostacoli. E non è cosa semplice, capisce? Quando le multinazionali cominceranno a capire che ci può essere un ruolo anche al di là del petrolio, quel processo potrà accelerare. Il punto è che passando alle fonti rinnovabiliti, cambia completamente la gestione delle fonti energetiche".Una nuova gestione delle fonti cosa comporta?
"Si ha un passaggio dalle grosse installazioni alle piccole installazioni. Salta la centralizzazione della produzione energetica. Mi spiego: la produzione basata sulle sorgenti fossili avviene attraverso centrali di grande installazione. La centrale nucleare sta nell'ordine dei gigawatt, 8mila euro per chilowatt installato poi altrettanti per disinstallarle. Sono costi estremamente grandi per centrali giganti. Tutto è centralizzato, controllato e gestito in una certa maniera".Al contrario invece delle fonti rinnovabili.
"Esatto, le centrali delle rinnovabili sono più piccole e ovunque. Per esempio in Germania c'è il vento e quindi ecco impianti eolici, in un altro posto c'è il sole, o il mare, o le biomasse e così via. Le fonti rinnovabili sono distribuite secondo il principio della parcellizzazione per loro stessa natura. Badiamo bene che anche il singolo può diventare produttore. Come potrebbero quindi le multinazionali controllare la produzione energetica? Per questo motivo le spinte per il passaggio alle rinnovabili debbono partire da basso, non c'è altra soluzione. Solo così si possono convincere i governi".Spesso il termine energia "pulita" viene abusato. Il nucleare è pulito?
"Il nucleare è pulito nel senso che non emette Co2, ma produce scorie radioattive. Il nucleare è tutt'altro che pulito. Ma entrando nel merito del termine, le energie pulite in senso assoluto non esistono. Si pensi al fotovoltaico che per produrre i pannelli ha bisogno di acqua ma anche di cianuro. Se quindi volessi produrre energia elettrica solo dal fotovoltaico, non potremmo farlo perché il cianuro non è infinito e potenzialmente molto inquinante. Altro esempio le celle a combustibile sulle auto: non stiamo inquinando stiamo solo utilizzando idrogeno. Cosa c'è di meglio? Ma ci siamo chiesti quanto platino ci vuole per ognuna di queste celle? Insomma tanti elementi chimici potenzialmente inquinanti. Senza attenzione potremmo fare danni ben peggiori".Quindi professore, la soluzione qual è?
"La soluzione è che comunque vada dobbiamo investire sulle energie rinnovabili e ciascuno di noi deve diventare autoproduttore. Tutti infatti abbiamo una casa e la casa può produrre anche più energia di quanta necessiti. Ma poi la cosa fondamentale è che dobbiamo pure imparare a risparmiarla questa energia perché se facciamo un uso smodato combineremmo disastri. Comunque vada".Il risparmio è una soluzione?
"Certo e pare che tutti ne abbiamo la coscienza, ma nessuno lo fa. Il risparmio è importante perché se lei mi porta il consumo della casa dal consumo attuale a un decimo, ha già liberato tanta energia in un'ottica globale rispetto a quella che consumiamo adesso. Purtroppo non siamo ancora responsabilizzati. E siamo ancora modellati sulla mentalità del consumo tipica della produzione energetica da combustibile fossile".Come dire che prima della rivoluzione energetica serve quella culturale?
"Ma certo. Educazione all'uso responsabile dell'energia, basata sulle fonti rinnovabili e sull'autoproduzione. Da dove si comincia?
Dall'inventario sulle risorse energetiche rinnovabili che esistono sul proprio territorio. E da qui un uso responsabile rispetto alle risorse a disposizione. Il concetto di risparmio è una derivazione di questa responsabilità".Stupisce però che le rinnovabili spesso dividano più che unire. Si pensi all'eolico contro cui anche gli ambientalisti si sono scagliati.
"E' la solita politica che deriva dalla sindrome di Nimby (Not in my backyard), che si facciano ma non nel mio territorio. Perché di nuovo sto utilizzando le rinnovabili con il principio della grossa industria: arrivano i grossi imprenditori, magari da fuori, comprano il mio territorio e mi mettono la pala eolica in giardino. Che vantaggio ottengo? Nessun vantaggio visibile: cioè devo sopportare il peso, l'impatto ambientale, senza ottenere nessun beneficio. Il problema è che il cittadino che vive nel territorio non viene mai coinvolto né nella scelta, né ne trae benefici. Una riduzione del costo sulle bollette, per intenderci: ricadute immediate sulla collettività. Sono le comunità locali che devono decidere, secondo il principio democratico".Ma qualcuno ha provato a mettere le pale eoliche anche nei crinali di montagne all'interno dei parchi naturali. Il paesaggio secondo lei è un bene ambientale degno di tutela?
"Certo che lo è, ma sono le comunità locali che devono decidere dopo aver conosciuto attraverso il dibattito costi e benefici. La decisione non spetta né agli ambientalisti né alla grossa industria: entrambi tutelano altri interessi rispetto a quelli della comunità".19 febbraio 2010

Guarda anche questo video molto interessante

http://www.youtube.com/watch?v=5pWvwUgKmwk

martedì 23 febbraio 2010

ECOLOGIA : Ecosistemi, la nebbia sta sparendo



Pubblico un articolo apparso su Tiscali scienza di cui riporto il link http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/10/02/allarme-ecosistemi-scompare-nebbia.html
Allarme ecosistemi, scompare la nebbia: in Val Padana -35% in venti anniLa nebbia scompare, vittima dei cambiamenti climatici: la Pianura Padana ne regista una riduzione del 30-35% in 20 anni mentre sulle coste statunitensi si è calcolato che ogni giorno è presente tre ore di meno. E si parla di allarme ecosistemi. A dirlo negli Stati Uniti sono stati i ricercatori dell'Università di Berkley che hanno evidenziato come questo cambiamento potrebbe incidere negativamente sul benessere delle foreste. Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha sottolineato come la drastica riduzione della nebbia, accompagnato da un aumento della temperatura media, possa causare ripercussioni negative sulle foreste di sequoie che popolano la costa orientale degli Stati Uniti: la nebbia, riuscendo a prevenire la perdita di acqua dagli alberi, svolgeva un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'ecosistema costiero, che adesso si trova in "serio" pericolo.Dalle analisi effettuate lungo la costa orientale degli Stati Uniti è stato evidenziato che, solo nell'ultimo secolo, in estate è stata riscontrata una perdita giornaliera di nebbia di circa tre ore. Un evento questo che i ricercatori ritengono 'pericoloso' per il benessere ambientale: sequoie, animali e piante, non potendo piùcontare sul particolare clima umido delle zone costiere, non riescono a continuare il naturale processo di rigenerazione.Ma il fenomeno è "ben visibile" anche in Europa: in Italia la nebbia è in netta regressione ed è stata calcolata una riduzione del 30-35 per cento negli ultimi 20 anni in Pianura Padana, catalogata, fino agli anni '90, come una delle zone piu' nebbiose del mondo. "Da quell'anno in poi non sono stati più registrati i picchi massimi e i giorni di nebbia si sono notevolmente ridotti anche se gli ultimi due anni hanno fatto registrare un ritorno a una situazione simile agli anni '60-'90", ha raccontato Giampiero Maracchi ordinario di clima tologia all'Università di Firenze. "Il periodo tra gli anni '60 e '90 è stato caratterizzato da valori medi di nebbia molto elevati - ha spiegato Maracchi -mentre poi la media '80-'99 è caratterizzata già da una fase di cambiamento della circolazione atmosferica e del clima".Foreste a rischio - I ricercatori Usa grazie alle informazione su visibilità, vento e temperatura concesse dagli aeroporti, hanno attribuito la causa alla 'notevole' diminuzione, nel corso degli anni, della differenza di temperatura tra costa e interno del Paese. Processo questo che ha implicato, secondo le analisi, un calo del 33% degli eventi nebbiosi. Un esempio del cambiamento è stato registrato tra l' università di Berkley, nella Baia di san Francisco, e la città di Ukiah a nord della California: all'inizio del 20/o secolo si stimava una differenza diurna di temperatura di 17 gradi fahrenheit, mentre oggi sono solamente 11."I dati - ha affermato James A. Johnstone, autore dello studio - supportano l'idea che la nebbia costiera della California del Nord è diminuita in connessione al calo del gradiente di temperatura tra costa e interno. Nonostante sia basso il rischio che le sequoie mature muoiano a titolo definitivo, questo processo può intaccare fortemente il reclutamento di nuovi alberi: andando a cercare altrove acqua, alti tassi di umidità e temperature più fresche - ha concluso Dawson - si avranno effetti sull'attuale gamma di sequoie, piante e degli animali che vivono in questi fragili ecosistemi".I cambiamenti climatici potrebbero avere comunque un effetto positivo "imprevisto": diminuiscono il numero delle vittime della strada. In questo caso non si parla soltanto di nebbia, ma anche di ghiaccio, neve e pioggia. A sostenere questa tesi, comunque supportata dai dati, è uno studio dell'università di Goteborg, che ha esaminato il legame tra strade ghiacciate e incidenti: applicando le previsioni sull'aumento della temperatura è emerso che si potrebbe avere fino al 40% in meno di vittime. Lo studio ha esaminato le condizioni invernali delle strade in alcune zone della Svezia e delle West Midlands, in Gran Bretagna, prendendo in considerazione tutte le situazioni pericolose create dal ghiaccio. Successivamente è stato calcolato quanti giorni in meno di gelate si potrebbero avere se le previsioni sul riscaldamento globale si avvereranno.Proiettate al 2080, le nuove condizioni danno un calo drastico delle giornate con strade gelate, che ad esempio nelle Midlands passerebbero da 69 l'anno a 28. Questo produrrebbe un calo degli incidenti del 43%, e anche una diminuzione della spesa per il mantenimento delle strade del 38%. "Ovviamente questo non vuol dire che si potrebbe guidare come d'estate - spiega Anna Andersson, autrice della ricerca - ma di sicuro le strade ghiacciate sono un fattore di rischio molto alto, che diminuira''.

domenica 21 febbraio 2010

ECOLOGIA : LA FORESTA BOREALE DEL CANADA


Ormai da qualche anno è iniziata la deforestazione anche del secondo più grande polmone del mondo, la foresta boreale del Canada. Perchè ? Perchè sotto gli alberi, la regione dell'Alberta è ricca di sabbie bituminose, cioè PETROLIO.
Nella zona si estendono vaste aree dissodate, in cui enormi macchine abbattitrici, segano un albero dopo l'altro. Dappertutto si vedono buche grandi come campi di calcio. Per 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 scavatrici, abbattitrici, camion e autobus sono in continua attività. Le scavatrici, con un rumore assordante fanno penetrare le loro pale fino 100 metri sotto terra sollevando materiale catramoso in blocchi per poi caricarlo su grandi camion. Ogni camion può caricare oltre 300 tonnellate di materiale. Uno dietro l'altro, i camion si avviano verso l'impianto di frantumazione.
Una volta raggiunto l'impianto di frantumazione, il materiale viene sbriciolato al ritmo di oltre 10.000 tonnellate l'ora. Viene poi fatto passare attraverso l'impianto di estrazione, dove grazie all'aggiunta di acqua, soda caustica e altri solventi,viene dissociato nei vari componenti. Ogni giorno le più grandi compagnie petrolifere del mondo complessivamente estraggono più di 1,5 milioni di barili di petrolio dalle sabbie bituminose del Canada. Per il futuro le compagnie del petrolio prevedono un investimento di circa 90 - 100 miliardi di dollari a fronte di una maggiore produzione di barili al giorno.
La foresta, grande circa come il Bangladesh, sta morendo piano piano a causa dell'inquinamento prodotto dalla lavorazione del petrolio, i corsi d'acqua e i laghi naturali della zona sono diventati le tombe della fauna acquatica, mentre nell'aria vengono riversati enormi quantità di gas serra, facendo registrare un innalzamento verticale dei casi di cancro tra la popolazione canadese della zona. A questo punto ci chiediamo: ma quanti barili di petrolio può valere una vita umana ?
Invito tutte le persone che leggeranno questo post a cliccare sul titolo per vedere un video prodotto da greenpeace con testimonianze scioccanti.
Clicca sul titolo

sabato 20 febbraio 2010

ECOLOGIA : CHE COS’È UN ECOSISTEMA?


Una comunità di organismi che vivono in una particolare area, e hanno a disposizione un particolare tipo di terreno, una certa quantità di luce e di acqua, forma quello che gli scienziati chiamano ecosistema.

Un ecosistema è dunque un piccolo mondo che ha caratteristiche particolari: può essere piccolo come la cavità di un albero riempita d’acqua, oppure grande come una foresta. Può ospitare pochissime specie, oppure ne può ospitare centinaia o migliaia, come un oceano o una foresta tropicale.

Gli ecosistemi.

Nessuna creatura al mondo vive in modo completamente autonomo. Ogni organismo vivente dipende infatti dall’ambiente circostante, dalle piante e dagli animali che ha intorno.

Prova a pensare: quando si compra una pianta da piantare in giardino, si chiede al venditore dove è meglio sistemarla, se preferisce stare all’ombra o al sole, di che tipo di terreno ha bisogno e di quanta acqua, e se ha “nemici” come insetti e lumache. Quel giardino, insomma, è un piccolo mondo che può offrire alla pianta un certo tipo di terreno, una certa quantità di nutrimento e di acqua, certi esseri viventi e così via. Se queste precise caratteristiche sono adatte alla pianta, essa potrà entrare a fare parte di quel piccolo mondo.

Guarda questo video tratto dal film " sfida tra i ghiacci "
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giovedì 18 febbraio 2010

Ecologia : Lo scioglimento dei ghiacciai


Le immagini diffuse qualche tempo fa da Greenpeace ci hanno fatto vedere con i nostri occhi la portata dell'emergenza. Ma a tornare sulle catastrofiche conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai e dell'innalzamento della temperatura è ora il WWF con il rapporto Artic Climate Feedbacks: Global Implication redatto in collaborazione con alcuni tra i più accreditati nomi della scienza del clima e presentato nel corso della Terza Conferenza Internazionale sul clima dell'Organizzazione metereologica mondiale a Ginevra.
A volte, i piccoli segnali colpiscono più di quelli su grande scala. E a colpire il pubblico di delegati al vertice sul clima sono le foto dell’effetto di una scia di passi di un ignoto camminatore sulla coltre di ghiaccio groenlandese. Attorno a quei piccoli segni neri, dove la polvere si deposita maggiormente, si fondono vere e proprie buche, che poi diventano crepacci. Fa troppo caldo, basta un nulla per ampliare gli effetti del cambiamento climatico.
Nel 2100, il livello degli oceani crescerà di oltre un metro, mettendo in pericolo le popolazioni che vivono vicino alle coste, ha messo in guardia l’organizzazione ambientalista in uno studio pubblicato oggi. «Attualmente, l’Artico si riscalda due volte più in fretta della Terra, il che costituisce una minaccia per l’intero pianeta», ha affermato il responsabile delle politiche ambientali del Wwf in Svizzera, Patrick Hofstetter, citato in un comunicato.
Entro la fine di questo secolo il Polo Nord, sinonimo di ghiacci eterni, di temperature estreme e di venti violentissimi, potrebbe non esistere più. E il mare prenderebbe il totale sopravvento. È questo il risultato di uno studio realizzato dalla Nasa secondo il quale i ghiacci del polo artico si stanno sciogliendo a una velocità che li vede diminuire del 9% ogni dieci anni. Nel 2002 la loro estensione è stata la più ridotta da quando vengono raccolti dati dai satelliti. Se questo andamento continuerà in futuro, alla fine del XXI secolo l’interazione tra le acque più calde dei mari circostanti e l’aumento della temperatura terrestre li avrà fatti scomparire del tutto.

Guarda il video cliccando sul titolo del post.

mercoledì 17 febbraio 2010

Ecologia : parliamo di WWF


Da quarant'anni il panda, simpatico orsetto delle foreste interne della Cina, in pericolo di estinzione, e' simbolo e mascotte del World Wildlife Fund (Wwf), associazione che si e' affermata in tutto il mondo per il suo impegno a tutela della salute del pianeta. Il seme era germogliato nel 1960 in seguito alla missione in Africa di Sir Julian Huxley, eminente biologo britannico, primo segretario generale dell'Unesco. Davanti al declino della fauna selvatica africana, il nobile inglese si convinse della necessita' di istituire un fondo per la salvaguardia degli animali che, in ogni angolo del mondo, erano minacciati dalla caccia, dalla distruzione degli habitat e dall'ignoranza. Per questo, nell'aprile del 1961, chiamo' a raccolta, nel quartier generale dell'UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), a Morges, nei pressi di Losanna, un gruppo internazionale di scienziati e naturalisti. Al termine dell'incontro fu redatto il «Manifesto di Morges», che conteneva la proposta di istituire una organizzazione internazionale al fine di educare l'opinione pubblica mondiale ai temi della tutela dell'ambiente naturale e per promuovere la raccolta di fondi da destinare alla realizzazione pratica di progetti di conservazione. Questa sorta di banca mondiale dell'ambiente si concretizzo' qualche mese piu' tardi. La proposta di Sir Huxley ottenne infatti il consenso di una schiera di scienziati, pubblicitari, esperti di pubbliche relazioni, uomini d'affari e teste coronate. Fu cosi' che insieme a Sir Peter Scott, naturalista e pittore, Max Nicholson, ambientalista, Bernardo d'Olanda e Filippo di Edimburgo, fu possibile coronare il sogno, dando vita al World Wildlife Fund, ufficialmente fondato a Morges l'11 settembre 1961. Per il marchio la scelta fu ispirata dal panda gigante «Chi Chi», nuovo ospite dello zoo di Londra. E proprio la sezione inglese fu la prima a essere inaugurata, il successivo 23 novembre. In Italia il WWF arrivo' qualche anno piu' tardi con la costituzione di un comitato promotore che porto' alla fondazione ufficiale della sezione italiana a inizio luglio del 1966. Tra le prime azioni del WWF si ricorda l'impegno per la tutela delle Galapagos e quello per la foce del Guadalquivir con la proposta di costituzione del parco spagnolo di Donana. Oggi l'associazione conta 27 organizzazioni nazionali, attive in 96 paesi, per un totale di 4, 7 milioni di soci; finanzia ogni anno circa mille progetti di conservazione investendo oltre 200 miliardi di lire in piu' di 100 paesi; gestisce oltre 300 aree protette. Accanto all'originario impegno per la difesa della fauna del pianeta e dei suoi habitat, il WWF ha progressivamente posto attenzione ai problemi globali dell'equilibrio del pianeta. Cosi', insieme alle grandi campagne internazionali per la tigre siberiana, l'elefante asiatico e africano, il panda gigante, l'orango, il rinoceronte nero e di Giava, il giaguaro, il leopardo delle nevi, l'antilope tibetana, l'orso polare, le balene, la lontra, i pipistrelli, piuttosto che per la foresta pluviale di Korup in Camerun o i bulbi selvatici della Turchia, il Fondo Mondiale per l'Ambiente ha portato l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale a occuparsi delle grandi sfide della complessita'. I destini del pianeta e con essi il nostro futuro, comportano infatti decisione che vanno assunte su scale diverse - nazionale, transnazionale, e globale - in una interconnessione tra tutti gli esseri viventi e la loro casa Terra, che proprio l'ECOLOGIA ha insegnato. Da questa rinnovata visione dell'impegno ambientalista sono nate le campagne per la cancellazione del debito dei paesi del Terzo Mondo in cambio di politiche di sviluppo ecosostenibile e di salvaguardia di ambienti particolari, piuttosto che quella per la tutela dell'atmosfera e i cambiamenti climatici, o quella per la biodiversita'. Punto di svolta simbolico di questo impegno globale, la «Strategia mondiale per la conservazione della natura», lanciata nel 1980 in collaborazione con l'UICN e l'UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite), primo documento a introdurre il concetto di ecosviluppo o sviluppo sostenibile, poi ripreso dalla Conferenza mondiale sull'ambiente di Rio de Janeiro (1992). Se le molte battaglie internazionali hanno consentito di salvare dall'estinzione numerose specie animali e di conservare ambienti minacciati di distruzione, la sfida di oggi e' ancora piu' importante.

Clicca sul titolo del post per guardare il video.

Ecologia: Acqua bene comune

l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Pertanto, la disponibilità e
l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei
bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale,
indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della
Costituzione; a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua
(Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si
è affermata a livello mondiale;
- peraltro, il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica
può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale
bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel
presente e disponibile per le future generazioni
Guarda l'intervista a Paolo Carsetti tratto dal blog di Beppe Grillo


http://www.youtube.com/watch?v=vCBCPZB7nRc

martedì 16 febbraio 2010

Risparmio energetico

C’e una sesta fonte di energia: il risparmio. Il 90% dell’approvvigionamento energetico mondiale, proviene da fonti non rinnovabili: Petrolio, carbone, gas naturale, uranio. Le fonti rinnovabili restano penultime nella graduatoria dell’utilizzo energetico. L’uso massiccio dei combustibili fossili, mette a rischio l’approvvigionamento energetico e la qualità della nostra vita. Inoltre contribuisce ai problemi d’inquinamento dell’aria e alle emissioni di gas serra. Ma per quanto possa sembrare strano, la più ampia fonte di energia, non è il petrolio, ma il risparmio energetico. Il “Sesto Carburante” ovvero il Risparmio energetico, ottenibile attraverso un migliore isolamento, costituisce potenzialmente il maggior fattore di risparmio. Il sesto carburante è pulito e sostenibile.Migliora la qualità della vita ed il confort abitativo. E’ tecnologicamente collaudato, e non richiede ricerche ad altissima tecnologia. Ma la cosa più importante è che il sesto carburante cioè il risparmio costituisce una risorsa inesauribile ed è GRATUITO . Guarda il video sul risparmio energetico
http://www.youtube.com/watch?v=uA4B3r6rFKw

L'ecologia: cos'è ? cenni storici

L'ecologia è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della terra in cui è presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dall'interazione degli organismi tra loro e con l'ambiente circostante, o ancora porzioni della biosfera stessa. L'ecologia, come le scienze, ha conosciuto uno sviluppo graduale, anche se discontinuo. Il termine ecologia è però molto recente: il primo a proporlo, su basi scientifiche, fu Ernst Haeckel, un biologo tedesco nel 1869. Fu effettuata una prima drastica distinzione tra Ecologia animale ed Ecologia vegetale grazie agli studi effettuati sulle comunità biologiche, sulle catene alimentari ecc. Questi studi hanno contribuito a stabilire le basi teoriche dell'ecologia generale. Fino all'inizio degli anni '70 l'ecologia era considerata una branca della biologia. Oggi, nonostante le sue radici siano ancora ricercate nelle basi della biologia, l'ecologia viene riconosciuta come una nuova disciplina, basata su processi chimico-fisici, biologici, sociali.

Fai una cosa giusta: ricicla la carta

http://www.youtube.com/watch?v=CeHQpBQe--8